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I criteri
In “Guida al consumo critico” sono state elencate sei pratiche su cui basare la spesa responsabile: sobrietà, lotta ai rifiuti, consumo locale e naturale, commercio equo, attenzione al comportamento della imprese, consumo senza crudeltà. Queste sono più che altro delle indicazioni che invitano a porsi delle domande nell’ambito dell’acquisto di un prodotto. I principi etici si riferiscono sia all’attenzione verso le pratiche messe in atto dalle aziende, sia alle caratteristiche dei prodotti.
Nei confronti delle aziende questi principi sono rivolti a:
- Rispetto dei diritti dei lavoratori: sono evitate le aziende in cui non sono garantiti i diritti dei lavoratori e che delocalizzano la produzione. L’attenzione a massima per i produttori dei paesi a Sud del mondo per i quali e preferito l’acquisto dei prodotti equo-solidali che assicurano loro un compenso equo.
- Rispetto dell’ambiente: le aziende che attuano pratiche dannose per l’ambiente sono escluse in favore di quelle che applicano criteri e certificazioni che garantiscono it rispetto dell’ ambiente.
- Aspetti finanziari: sono evitate le aziende che investono in settori speculativi o che comunque non sono eticamente accettabili.
- Dimensioni delle imprese: vengono preferite le aziende di piccole dimensioni, che hanno poco potere di mercato e che hanno un legame più stretto con le tradizioni e le usanze locali. Le imprese multinazionali sono invece evitate.
- Boicottaggio: viene messo in pratica nei confronti di quelle aziende, soprattutto quelle internazionali, che adottano pratiche scorrette nei confronti dei lavoratori, dei consumatori o dannose nei confronti dell’ambiente.
Per quanto riguarda i prodotti in se si tengono in considerazione diversi aspetti:
- Imballaggi minimi: le consegne sono gestite per contemplare it minor numero di imballaggi. Al massimo questi devono essere riciclabili, riciclati, biodegradabili o compostabili. Spesso viene promosso it riciclo dei barattoli e di altri contenitori.
- Ciclo produttivo: sono da preferire le materie prodotte con un basso impatto ambientale o provenienti dal riciclo. Sono preferite le produzioni da energie rinnovabili e poco inquinanti.
- Durabilità: sono preferiti i prodotti che durano nel tempo a quelli usa e getta.
- Provenienza: la provenienza del prodotto deve essere certa, tracciabile e locale, o comunque più vicino possibile, al fine di contenere le foodmiles, di tutelare la freschezza e di instaurare rapporti di vicinanza con i produttori (vedi gite o aiuto nella raccolta dei prodotti).
- Freschezza e la stagionalità: sono da preferire i prodotti freschi e di stagione per contenere l’energia necessaria alla produzione in serra o al congelamento.
Centro Nuovo Modello di Sviluppo (2011), “Guida al Consamo Critico” Ponte alle Grazie,
Movimento Gocce di Giustizia, Guida al consumo critico e al boicottaggio”, La Tortuga
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Inoltre sono preferiti prodotti poco trasformati anche per promuovere la socialità e il recupero del piacere nel cucinare e condividere. Metodi di coltivazione naturali: i metodi biologici, biodinamici o naturali sono da preferire per il fatto di essere maggiormente rispettosi dell’ambiente e delle condizioni di lavoro.
Quello del consumo critico è un pensiero che può essere portato avanti sia a livello singolo che collettivo. A riguardo i Gruppi di Acquisto Solidali rappresentano una realtà molto complessa dei fenomeni che costituiscono il consumo critico, apprezzabile soprattutto se osservata da vicino. Con queste pratiche i consumatori dimostrano che possibile conciliare il proprio benessere con l’acquisto di prodotti etici ed ecologici, rispettosi della società.
Il fenomeno dei GAS appare un mondo molto compatto anche se presenta molte ambivalenze e contraddizioni: le sfide che si pongono sono soprattutto quelle di costruire un sistema alternativo di approvvigionamento alimentare che prenda in considerazione il cambiamento delle abitudini e il perseguimento del risparmio (Williams e Paddock, 2003).
Articolo tratto dalla tesi di laurea del Dr. Giacomo Crisci:
“Filiera corta, prezzo giusto e sviluppo sostenibile: il caso
dei Gruppi di Acquisto Solidale a Roma”
Università ROMA TRE – Facoltà di Economia “Federico Caffè” – Anno accademico 2012/2013
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